/ Silvia Benetollo / da camminare viaggiare a piedi
Scozia: un trekking nel paese dei cieli infiniti
Fiumi dalle acque cristalline, brughiere desolate e laghi misteriosi: andiamo alla scoperta del West Highland Way, il più antico trekking di Scozia, un sentiero storico che parte dalle campagne di Glasgow e arriva fino al fiordo di Fort William.
Secondo un racconto popolare, nell’inverno del 1792 una famiglia di contadini delle Highlands scozzesi venne improvvisamente cacciata dal proprietario della terra che lavoravano. Con un figlio piccolo e senza un posto dove andare, i tre si avviarono verso sud. Gli inverni scozzesi però sanno essere piuttosto insidiosi, soprattutto per il vento gelido che spesso spazza le brughiere. In difficoltà, la famiglia di contadini decise di dirigersi verso il Drovers Inn, una delle locande più antiche di Scozia, tutt’ora in esercizio. Purtroppo però si persero nella nebbia e, sopraffatti dal freddo, non arrivarono mai al loro rifugio. Da allora si contano svariate testimonianze di viaggiatori che, in prossimità del Drovers Inn e specialmente nelle giornate nebbiose, hanno scorto tre figure vagare nella brughiera, nell’eterna ricerca di un riparo.
Per parlare di Scozia potevamo non cominciare con una storia di fantasmi? Al Drovers Inn, antichissima locanda delle Lowlands fondata ben 300 anni fa, potrete trovarne a bizzeffe. Nonostante la fama di essere il pub più infestato di tutta la Scozia, nel 2012 ha rischiato la chiusura per una storia di… tasse. A salvarlo ci pensò niente meno che l’attore scozzese Gerard Butler.
Antichi nomi di luoghi e preziosi distillati
Partiamo proprio da questa locanda per raccontarvi un trekking bellissimo sul West Highland Way. Il Drovers Inn si trova proprio lungo il tracciato, nel minuscolo villaggio di Inverarnan. Ecco il primo, antico nome di luogo che deriva dal gaelico scozzese, lingua ufficiale di Scozia dal 2006. Come in molti altri toponimi della zona, anche questo riporta la radice inver- che in gaelico sta a indicare la confluenza di un fiume in un altro fiume o nel mare. Durante il trekking se ne incontrano diversi, ma sono diffusi in tutta la Scozia (bellissima è la cittadina di Inverness – sulla foce del fiume Ness – capitale delle Highlands).
D’altra parte, i fiumi sono grandi protagonisti del paesaggio scozzese. Le loro acque limpide e pure forniscono la materia prima per la produzione di un alcolico che rende la Scozia famosa in tutto il mondo: il whisky. Attenzione però a non confonderlo con il whiskey irlandese! La differenza è sostanziale per gli estimatori di questo distillato, infatti per ottenere quello scozzese (senza la ‘e’) servono due distillazioni. Il motivo sta nel fatto che in Scozia si usa esclusivamente malto d’orzo. Il sapore del whisky varia molto in base al luogo di produzione. Voi potreste provare quello di un’antica distilleria lungo il vostro cammino: si tratta della Glengoyne, considerata tra le più belle di tutta la Scozia. In funzione da 175 anni, è collocata sulla linea di confine tra Highlands e Lowlands, non lontano dal grande lago Loch Lomond.
Oltre l’orizzonte celato dalla nebbia
Alla fine del Settecento le Highland scozzesi non erano un luogo molto raccomandabile da visitare. Eppure, mentre in Europa spopolava la moda del Gran Tour verso le città d’arte italiane, lo scrittore Samuel Johnson decise di attraversare la Scozia fino alle isole Ebridi. Si trovò in una terra selvaggia e priva di strade, in cui la gente parlava una lingua incomprensibile e indossava il tartan del proprio clan di appartenenza. Sia il gaelico scozzese che le suddivisioni in clan erano stati vietati dal governo di Londra, creando non poco malcontento nella popolazione. Nel suo A Journey to the Western Islands of Scotland, Johnson racconta che in alcune zone perfino l’uso del denaro era sconosciuto. Quando arrivò sul lago Loch Lomond, il tempo non era dei migliori…
“From Glencroe we passed through a pleasant country to the banks of Loch Lomond, and were received at the house of Sir James Colquhoun, who is owner of almost all the thirty islands of the Loch, which we went in a boat next morning to survey. The heaviness of the rain shortened our voyage […]”
Il più grande lago della Gran Bretagna è anche il grande protagonista del sentiero West Highland Way, che lo percorre in tutta la sua lunghezza. Anche in questo caso dobbiamo ricorrere al gaelico per comprendere il significato del suo nome: “loch”, infatti, significa proprio “lago”. Solitario e circondato da un’aura di mistero, come tutti i laghi scozzesi, il Loch Lomond viene citato in molte opere e canzoni, che lo hanno fatto entrare nella cultura popolare. Noi vi consigliamo, oltre alla lettura del famoso A Journey to the Western Islands of Scotland di Samuel Johnson, anche la colonna sonora perfetta per accompagnarvi in questo magico viaggio a piedi: si tratta dell’album Beyond the Shrouded Horizon di Steve Hackett, ex chitarrista dei Genesis. La prima traccia si chiama proprio Loch Lomond, ed è dedicata al celebre lago.
Non vi resta quindi che preparare lo zaino e se vi servono altre idee sull’itinerario da seguire consultare qui sotto tutti i viaggi di Girolibero Zeppelin in Scozia.